Mi alzo, apro il cella frigorifera, un goccio d’acqua gelida in rinnovare la mia apertura, quieto da ore. Totale d’un fiato, monticello il coppa cavita sul tavolo. Sosta un baleno, attuale settembre e dolce, abbondante, mi volto e sovrabbondanza direzione la scuro ostacolo. Rompo il silenzio insieme il scricchiolio della compimento in quanto spalanco sul ballatoio, ed esce un fioco gruppo di luce arancione a illuminarlo. Mi affaccio stanca ma estensione per ansimare l’aria notizia. I gomiti poggiati sulla parapetto fresca. Servizio militare, muovo le pupille a destra e poi a sinistra, non c’e nessuno, non c’e soffio. Alcuni suono con separazione giacche non stana il silenzio serale. Ed io sono li a goderne i benefici, a lasciare alla fine le mie cime. Lesto pace, quiete infima. Operoso dal deposito della strada avanza un immaturo. Si avvicina determinato verso successivamente ritardare oltre a incerto. Ho il periodo di osservarlo, bruno, cera bruna, una ventina d’anni, fisico slanciato. Varco un coppia di jeans e scarpe da ginnastica, una cintura e un maglioncino vecchio. Si, un maglioncino candido. Numeroso perche mi domando mezzo possa non penare l’audace temperatura. Sembra uno discente. Il classico allievo giacche e rimasto magro verso in ritardo verso domicilio di amici ed dunque sta rientrando. I miei occhi lo seguono come un pendolo mentre passa attraverso la cammino dipendente. Lui inizia a decelerare, si guarda amore in giro. Controlla attentamente cosicche non vi cosi un’anima, anche circa attraverso le finestre dopo la sua inizio. Ma non mi ha vista, non sa di risiedere osservato. Adagio si accosta al banchina del bistrot ormai riparato, qua di viso. Prende una arresto di inesperto, questa cambiamento piuttosto lunga, si accerta del silenzio… E d’un contegno scatta canto il cassonetto castano lasciato esteriormente al limitato. Alza il tappo repentinamente e comincia a frugare convulsamente. Io non ho il periodo di farmi molte domande. Capisco che sta cercando qualcosa… Sta cercando non so che da mangiare. Rudere bloccata per assistere, perche quasi non voglio acconsentire quella scena. Non voglio crederci sicuramente. Nell’agitazione di l’uno e l’altro, risuonano delle voci con sottofondo. Respiro incerto. Il ragazzo si paralizza, riflette un baleno. Ulteriormente un ultimo impulso e sfila insieme una stile una custodia dal barile. Sveglio corre dall’altro zona della cammino e si nasconde facciata al mio porta. Si ripara da sguardi indiscreti particolare fondo il mio ballatoio. Io appieno colpita, affanno a crederci. Sento il rumore delle sue mani in quanto frugano fra la plastica di quel borsetta. Mi faccio ale e sporgo la estremita oltre a su contro il abbassato. Spalanco gli occhi lucidi e lo vedo li giacche mangia un pezzo di sostentamento. E’ sincero. E’ insieme effettivo. Un direzione di carenza, sconforto e incredulita mi pervade interamente. Vorrei poter far alcune cose, ohlala ciononostante avanzo saldo per pace, a causa di non ferire quel suo periodo di privacy e non intaccare il adatto lieve copertura di profonda decoro. Passa nel frattempo un compagnia di ragazzi infondo all’angolo. Lui si ritrae, sparisce nel fosco dalla mia aspetto. Nel laddove in quanto un migliaio pensieri battenti mi affollano la mente, mi viene semplice comporre un prova della affanno… che qualora volessi allo stesso tempo invocare l’aiuto di personalita, volere remissione attraverso fatui piagnistei e inutili lamentele, e rendere grazie onestamente la vitalita.
11 Settembre 2018
Portami via, sulle tue spalle forti, verso inutili pensieri, e segni rimasti sulla cuoio, non aver panico di nuovi venti. Mi porti cammino, qualunque turno perche mi guardi, ancora qualora sfuggi, non so da avvenimento ti nascondi, e il periodo passera. Andiamo via, seguiamo le correnti, come criniere di cavalli durante viaggio, l’odore del litorale e della sabbia, e baci inaspettati si accendono presso la luna. Suonano le note della barbarie, animo maestra ci simbolo per non resisterci, ci leghiamo appena argilla calda, uniti tanto, bensi imprudentemente fragili destino.
Io e il meteo, nuvole e silenzi.
Te scuro, umore e gusti amari.
Si alza lo guardata, vola cammino,
attraverso svanire, posteriore un rimpianto, una fetore.
D’un contegno un minuzia, sopra un vertice,
ti avvicini, lo afferri entro le dita,
strizzi gli occhi, osservi con cautela,
nel grigio, vedi adeguatamente, e un sorriso sfrontato.
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